L’Università degli Studi della Calabria aderisce al progetto Carbon Footprint ed il prossimo 2 maggio il Rettore Giovanni Latorre firmerà l’accordo con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il Ministero dell’Ambiente ha firmato diversi accordi volontari anche con grandi imprese sparse sul territorio nazionale: la sottoscrizione di tali accordi si dimostra una reale e tangibile testimonianza della sensibilità ambientale che sta prendendo, progressivamente, piede in tutta Italia. La firma del documento che sancisce l’adesione al progetto vedrà anche la presenza dei rappresentanti della Regione e del Comune di Cosenza, oltre che dell’assessore alla Sostenibilità ambientale Martina Hauser. Il progetto Carbon Footprint ha l’obiettivodi promuovere delle iniziative che fanno riferimento direttamente al Protocollo di Kyoto, e per questo rivolte al controllo di emissioni di CO2 derivanti dalle varie attività svolte nell’Ateneo. Con la sottoscrizione dell’accordo verrà di conseguenza costituito un Comitato di Indirizzo e Monitoraggio che procederà all’attuazione del progetto. Nello specifico l’impronta di carbonio di un prodotto o di un servizio determina la quantità di gas serra prodotta dai processi fisici necessari alla sua stessa produzione: si tratta di una procedura rivolta all’analisi ed alla contabilizzazione delle emissioni di CO2.
Con il Carbon Footprint si intende anche realizzare un sistema per ridurre le emissioni dei gas ad effetto serra, si tratta del “Carbon management”, ossia della gestione delle emissioni, per poter apportare degli interventi concreti che siano efficienti e possibili anche dal punto di vista economico. Il progetto Carbon Footprint punta inoltre a promuovere la sensibilizzazione sul tema della Low Carbon Economy e la sua applicazione nelle università ha l’obiettivo di incoraggiare la divulgazione di “expertise” e “know-how” sulle nuove tecnologie che garantiscono una forma fattibile di economia ad emissioni zero. L’Unical si dimostra in questo campo all’avanguardia: è, infatti,la terza Università italiana, dopo la “Ca Foscari” di Venezia e “Tor Vergata” di Roma, a sancire un accordo che mira alla tutela territoriale attraverso un piano di promozione che punta alla riqualificazione ambientale.