Per togliere la regione dall’isolamento in cui si trova è necessario ripartire dai piccoli comuni. La Fondazione “Calabria Roma Europa” ritiene che la rinascita della Calabria deve basarsi sulla valorizzazione del patrimonio storico e culturale dei piccoli centri. Alla presenza dei parlamentari Giovanni Dima e Mario Pirillo, del consigliere regionale Nazzareno Salerno, e di alcuni esperti in storia e tradizioni artigianali, Domenico Naccari, consigliere di Roma Capitale, ha spiegato che occorre “fare rete ed andare oltre gli individualismi per superare le difficoltà del momento”. I comuni, nelle parole di Naccari rappresentano, il “ponte ideale” per rafforzare il legame tra aree distanti che hanno però la stessa storia. L’obiettivo resta quello di contribuire a costruire una Calabria migliore partendo dalla valorizzazione delle bellezze naturali, facendo affidamento sul patrimonio culturale e paesaggistico. La Fondazione “Calabria Roma Europa” è sorta per rilanciare il patrimonio calabrese e farlo conoscere oltre i confini territoriali, per aiutare i sindaci calabresi che vivono disagi socio-economici che ostacolano lo sviluppo dei piccoli centri.
Il parlamentare Giovanni Dima, ha lodato il lavoro della Fondazione di Domenico Naccari, ribadendo comunque la forte presenza dei limiti infrastrutturali della Calabria in particolare la condizione della Salerno-Reggio Calabria, che nonostante i 450 chilometri disponibili può contare solo 370 chilometri di tratti in cui si è proceduto all’ammodernamento. Per giungere ad una reale unione politica in Europa, bisogna investire su un’unità che deve partire dal basso: dalla riscoperta delle tradizioni perse o trascurate, dalla considerazione della presenza dei piccoli borghi. Alla convention sono stati presentati 11 comuni aderenti a “Calabria Roma Europa” tra i quali: Altilia Colosimi, Bianchi, Cellara, San Pietro a Maida, Santo Stefano di Rogliano ed altre realtà del comprensorio a testimonianza del patrimonio culturale e paesaggistico della regione spesso taciuto.