Un ordigno di medio potenziale è esploso nel primo pomeriggio, in corso Numistrano, a pochi metri dalla piazza Pietro Ardito, nel cuore del centro storico del quartiere di Nicastro. Un atto intimidatorio avvenuto in pieno centro ed in pieno giorno. L’ordigno che ha mandato in frantumi una vetrina è deflagrato davanti l’ingresso dell’attività commerciale “Fotografo Ventura”. Un atto intimidatorio da ricondurre alla rete del racket. Già sabato scorso in tarda serata, davanti allo stesso negozio era stata data alle fiamme una macchina parcheggiata in divieto di sosta. Il negozio che ha subito l’atto intimidatorio era di proprietà del padre di Gennaro Ventura, scomparso il 16 dicembre 1996, i cui resti umani sono stati rinvenuti in un casolare di periferia solo il 25 aprile 2008. L’attività era passata sotto la gestione di suo figlio Raffaele. I carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme intervenuti sul luogo dell’accaduto hanno transennato l’area ed hanno avviato le indagini.
Questo atto intimidatorio avvenuto in pieno giorno genera preoccupazione perché attesta che si tratta di un’azione messa in atto dal racket, a confermarlo è anche il precedente episodio avvenuto solo pochi giorni prima proprio nella stessa zona. Questi episodi confermano la necessità di vigilare sempre nei confronti della criminalità organizzata. A suscitare ancora più allarmismi è il fatto che potevano rimanere coinvolte delle persone inermi ed inconsapevoli, un caso che ha gettato la città di Lamezia Terme nella paura di poter rivivere altri episodi di tale entità. Il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza ha dichiarato in merito al grave episodio: “Sono fortemente preoccupato per questo atto intimidatorio, tra l’altro avvenuto in pieno giorno e a distanza di pochissimo tempo da un altro episodio analogo sempre nella stessa zona, che testimoniano la necessità di non abbassare mai la guardia nella lotta alla criminalità organizzata”.